domenica 31 maggio 2015

Resistere un giorno in più del fascismo

Nel 1912 viene fondata la più antica organizzazione scout italiana tuttora esistente: il Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani (CNGEI), associazione non confessionale. Poco dopo, a Milano, nasce l'Associazione Ragazzi Pionieri Italiani (ARPI). Nel 1916 viene fondata l'Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) che sarà la più importante delle associazioni italiane fino al 1974.



L'ascesa del Fascismo

Nell'ottobre del 1922 sale al potere il partito fascista che si prefigge uno stato totalitario e dunque un controllo sulle idee della popolazione italiana, per raggiungere questo obiettivo pone subito molta attenzione all'educazione dei giovani, e quindi, il 14 gennaio 1923 nasce l'ONB (Opera Nazionale Balilla) e vengono sciolte tutte le organizzazioni a carattere o inquadramento militare. Alcuni prefetti applicano questa classificazione anche alle organizzazioni scout, nonostante spesso le autorità ecclesiastiche intervengano in loro difesa, e molte camicie nere cominciano a compiere atti di violenza contro appartenenti a gruppi scout, tanto che ad Argenta viene ucciso Don Minzoni, fondatore del gruppo scout locale.
Per poter arginare i comportamenti fascisti nel 1924 l'ASCI confluisce, anche grazie a Pio XI, nell'Azione Cattolica italiana rimanendo comunque totalmente autonoma. Il 3 aprile del 1926 vengono approvate le cosiddette leggi fascistissime che prevedono tra le altre cose anche lo scioglimento dei reparti scout nei centri con meno di 20.000 abitanti. Questa legge, a causa dei fragili rapporti con la Chiesa, viene applicata solo dal gennaio del 1927. È un duro colpo per lo scautismo che vede drasticamente ridotto il numero dei suoi gruppi.
Da questo punto in avanti la vita degli scout si fa sempre più difficile finché due anni più tardi l'ASCI viene ufficialmente chiusa e il 22 aprile del 1928 vengono deposte in duomo a Milano le fiamme, insegne dei reparti. In quello stesso giorno Ciacco, un lupetto del gruppo Milano 2, fa la sua promessa entrando nella famiglia scout: è il primo simbolico atto di rivolta. In quell'occasione nasce l'impegno a durare "un giorno in più del fascismo".
La resistenza vera e propria inizia però un mese più tardi, il 20 maggio, quando un gruppo scout guidato da Giulio Cesare Uccellini compie un'uscita ai Corni di Canzotestimoniata da varie fotografie. Su una di queste è scritto: "È l'inizio Scout della Resistenza contro il fascismo", la resistenza durerà 16 anni 11 mesi e 5 giorni, che saranno chiamati, basandosi sul linguaggio di Kipling, il periodo della giungla silente. Questo piccolo nucleo di scout cerca in poco tempo di creare un'organizzazione di facciata per coprire le proprie attività, fondando nel 1929 il Convegno cattolico Pierino Del Piano, ma presto, in seguito a discussioni di natura metodologica col sacerdote della parrocchia ospitante, Uccellini crea intorno a sé le Aquile Randagie (AR), un gruppo formato da una ventina di ragazzi tra gli undici e i diciassette anni legato soltanto dai valori dello scautismo. Una delle aquile randagie di maggior rilievo è sicuramente Andrea Ghetti (Baden) il quale, dopo aver avvicinato lo scautismo nel 1927, vi aderisce pienamente e diventa dal 1939 in poi assistente ecclesiastico del gruppo milanese intrattenendo contatti anche con le alte cariche ecclesiali (i vari cardinali di Milano che si avvicendano in quegli anni sono a conoscenza dell'esistenza delle Aquile Randagie e le sostengono anche se non apertamente).
La repressione fascista prosegue sempre più efferata e, per proteggersi, le aquile randagie si coprono con degli pseudonimi: Uccellini è Kelly o Tigre, Andrea Ghetti è Baden,Vittorio Ghetti è Cicca, e sfruttano tutte le tecniche apprese nello scautismo per comunicare senza essere capiti, posizionando i propri avvisi scritti con l'ausilio di vari codici (dal codice morse al linguaggio del bosco) in una colonna. Questi primi anni sono caratterizzati da violenze ancora limitate e le intimidazioni, pur non mancando, sono comunque relativamente rare (la perquisizione in casa Luppi non è molto severa, e Fracassi riesce a sfuggire senza problemi agli agguati). Tuttavia la vita clandestina è vissuta con serenità e come parte integrante del gioco.
Ogni domenica si svolge un'uscita nella pianura vicino a Milano o in Brianza; si parte infagottati in doppi vestiti per raggiungere il luogo prefissato dove si rimane in perfetta uniforme a svolgere attività semplici di gioco e tecnica, mentre in settimana l'attrezzatura rimane a casa di don Fusi che la custodisce in un sotterraneo di San Sepolcro, proprio il luogo dove era stato firmato il manifesto dei Fasci di combattimento.
Durante tutto il periodo della giungla silente vengono realizzati campi estivi, settimane passate in cammino o in campi stabili totalmente dedicate allo scautismo, se si fa eccezione per gli anni 1933 e 1937 in cui alcune Aquile Randagie parteciparono ai jamboree mondiali di Ungheria e Paesi Bassi.
Nel 1930 viene fondato il giornale Estote parati (traduzione latina del motto scout "siate pronti"), nel quale vengono descritte le attività svolte e raccolti canti e appunti di tecniche scout. Questo giornale è oggi molto utile in quanto dà anche la possibilità di comprendere i rapporti instaurati con le autorità diocesane e il numero dei membri che compongono le Aquile Randagie, dati che mostrano un continuo sviluppo del movimento. I nuovi membri vengono sempre scelti fra famiglie provatamente antifasciste, anche perché, vivendo lo scautismo, si rischiavano pestaggi da parte delle camicie nere e talvolta addirittura il carcere.
Nonostante il regime cercasse di reprimerli, gli scout italiani non erano isolati nella loro clandestinità, infatti alcuni di essi divennero presto membri onorari di reparti francesi e svizzeri e nel 1933 tre Aquile Randagie, don Violi (Denvi), Kelly e Bertoletti (un operaio scout, il cui pseudonimo è "Tulìn de l'oli", reclutato come dattilografo sebbene non avesse mai visto una macchina da scrivere), parteciparono al Jamboree in Ungheria dove poterono confrontarsi con altri scout di tutto il mondo.
Le repressioni non intaccarono l'umorismo e lo spirito goliardico di Kelly, come mostra una "beffa" operata nel '35 dalle Aquile Randagie nei confronti dei fascisti: alla fine di una messa svoltasi in divisa nella chiesa di San Sepolcro, gli scout di trasferiscono in piazza Cordusio dove stanno sfilando tutte le organizzazioni fasciste e naziste in occasione di una manifestazione della Hitlerjugend. Kelly, seguito da don Violi e dal commissario internazionale ungherese sale sul palco d'onore e si posiziona indisturbato a fianco dei grandi gerarchi nazisti e fascisti dileguandosi poco prima della fine della parata.
Due anni più tardi il Jamboree si tiene nei Paesi Bassi, a Vogelenzang: anche in questa occasione una delegazione delle Aquile Randagie partecipa aggregata agli scout della Corsica. Essa è composta da Kelly e i due fratelli Ghetti; il gruppo ha anche l'onore di incontrare Baden-Powell che elogia le Aquile Randagie e le invita a continuare affidando a Uccellini l'incarico di nominare i futuri capi italiani; ciò mostra come le Aquile Randagie e la delicata situazione italiana fossero note a vari gruppi europei.

La guerra


La Val Codera
L'anno successivo, proprio una settimana dopo l'invasione della Polonia, le Aquile Randagie visitano una valle che definiranno "il paradiso perduto" e con cui intesseranno un forte legame: la Val Codera, situata poco sopra Novate Mezzola. Qui si svolgono i campi del 1941 e del 1942, e grazie alla complicità della guardia di finanza non fascista e dei valligiani si possono svolgere le tipiche attività scout in perfetta uniforme senza troppe preoccupazioni, cosa che non accadeva da alcuni anni a causa del timore di "soffiate" ai fascisti.
Nel 1940 però, a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, molte delle Aquile sono richiamate nell'esercito. Le attività tuttavia non diminuiscono, grazie anche all'interessamento di monsignor Montini, che invita Baden a continuare nonostante i rischi della vita clandestina aumentino, come dimostra l'attacco a Kelly del 3 ottobre 1942, a causa del quale perderà in parte l'udito e rimarrà vari giorni in ospedale.
Nel 1942 iniziano anche i rapporti con la famiglia Osio, il cui figlio è allievo di Baden, che offre la propria villa a Montecchio di Colico prima come terreno per il campo del 1943 e, finita la guerra, come campo-scuola intitolato a Kelly (destinazione che rimane tuttora, facendone un posto caro agli scout di tutt'Italia).
Durante l'inverno 1942-1943 gli alleati bombardano Milano causando 171 morti civili e la distruzione di parte della città, fra cui anche le case di alcuni scout. In questo clima drammatico ci si avvia verso il declino e la successiva caduta del fascismo che avviene proprio durante il campo estivo a Colico (25 luglio).

L'attività di OSCAR

Dopo la firma dell'armistizio (8 settembre 1943) l'invasione tedesca e la formazione della Repubblica Sociale Italiana (RSI), vengono subito promulgate leggi sulla consegna alle autorità nazi-fasciste dei prigionieri di guerra, alcuni dei quali sono rifugiati da don Bigatti che si rivolge a Baden. Si propone subito il dilemma se subire passivamente o diventare partigiani e la risposta viene data seguendo i principi scout: "Noi non spariamo, noi non uccidiamo… noi serviamo!". Viene quindi combattuta una resistenza disarmata e passiva. Baden istituisce già il 12 settembre del 1943 l'O.S.C.A.R. (la sigla starebbe per Opera Scout Cattolica Aiuto Ricercati, ma vi sono varie versioni), la cui attività consiste principalmente nell'espatrio di ebrei, renitenti alla leva e ricercati politici in Svizzera. È da sottolineare come questa non sia l'unica rete di aiuto ai profughi presente in Italia ma sicuramente una tra le più attive, organizzate e veloci.
Una fondamentale attività dell'OSCAR è la continua fabbricazione di documenti falsi, ottenuti grazie anche alla collaborazione di timbrifici e amici che lavorano in questura. Il rischio maggiore tuttavia consiste nel varcare il confine, costantemente sorvegliato e recintato con filo spinato; un esempio della pericolosità di questo tipo di azioni può essere l'espatrio di dieci greci, durante il quale, a causa della disattenzione di uno di questi, Kelly e Baden rischiano la vita riuscendo però a non essere visti e a far passare i profughi oltre il confine. I punti di raccolta delle persone da aiutare erano il collegio San Carlo di Milano e la parrocchia di Crescenzago, dove era parroco don Enrico Bigatti. Un altro episodio significativo è il finto rapimento di Gabriele Balcone, bambino con madre ebrea, avvenuto nel dicembre 1943. La famiglia, mentre tenta di varcare il confine, viene catturata e il piccolo è lasciato dalle SS nella Casa San Giuseppe di Varese in attesa di essere deportato a Buchenwald. L'OSCAR si mobilita e fa trasferire il piccolo in ospedale col pretesto di un intervento chirurgico; qui dopo che ne è determinata con esattezza la posizione, Kelly e Baden, l'uno travestito da medico l'altro che lo attende in macchina, rapiscono Gabriele e, dopo averlo nascosto qualche tempo, lo restituiscono al padre col quale emigrerà in Australia. Un altro impegnato nell'attività è Giovanni Barbareschi, all'epoca diacono, il quale verrà riconosciuto come giusto tra le nazioni da Israele[1].
Non sempre però le cose vanno bene: Peppino Candiani, appena diciannovenne, perde la vita sul fiume Tresa mentre cerca di far espatriare un lituano che, preso da vertigini, si mette a urlare richiamando l'attenzione dei nazifascisti che crivellano il giovane.
A causa dell'attività sempre più intensa, la repressione fascista nei confronti dell'OSCAR diviene sempre più aspra e proprio Baden subisce quella più violenta. Infatti, dopo che il cardinale Ildefonso Schuster gli comunica che le Brigate Nere e le SS lo stanno cercando con l'ordine di sparare a vista, è costretto a nascondersi per vario tempo nella bergamasca, e grazie a un errore di battitura del suo cognome nei rapporti della polizia riesce a sfuggire ai militari.
Anche in un periodo travagliato dai rastrellamenti e nonostante le attività con l'OSCAR le Aquile Randagie proseguono, seppur tra mille difficoltà, le loro attività scout comprese uscite e campi: questi si svolgono nel 1943, come già detto, a Montecchio di Colico (Lecco) e nel 1944 Baccanello di Calusco d'Adda (Bergamo).
L'OSCAR non era l'unica attività extra scout: Natale Verri, detto "Nino", dopo aver disertato, diviene partigiano ma per non abbandonare un compagno ferito sul campo viene catturato e, il 16 aprile del 1945, fucilato.

Il Ribelle

Nel 1944 Teresio Olivelli, Carlo Bianchi (entrambi impegnati nell'OSCAR) insieme a Claudio Sartori fondano il giornale clandestino Il Ribelle, organo di stampa delle Brigate Fiamme Verdi, formazioni partigiane di orientamento cattolico. Collabora al giornale anche Giovanni Barbareschi. Il giornale riporta il sottotitolo "esce quando può e come può".
Olivelli e Bianchi vennero poco dopo catturati per colpa di un delatore e portati nel campo di transito di Fossoli. Bianchi fu fucilato, Olivelli fu deportato a Hersbruck dove fu ucciso da un sorvegliante per aver difeso un altro prigioniero.

Il dopoguerra



Pochi giorni dopo questo fatto arriva l'attesa liberazione. Inizia il periodo della ricostruzione. Non ci sono trionfalismi per le Aquile Randagie o per l'OSCAR il cui bilancio è sicuramente molto interessante: nei 20 mesi di occupazione nazista ci sono stati 2.166 espatri tra i quali anche quello di Indro Montanelli, 3 000 documenti falsi stampati e una spesa complessiva di 10 milioni di lire di allora.
Ma l'attività delle Aquile Randagie continua con gesti di prevenzione contro gli odi e le vendette verso i vinti, per esempio con un presidio "armato" della stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni per lasciare passare un treno sanitario tedesco.
Dal punto di vista prettamente scout invece, nella parte d'Italia liberata dagli Alleati, fremono intanto i preparativi per il rilancio dell'ASCI: numerose sono infatti le riunioni del Commissariato Centrale con relative circolari. Significativa è una di queste in cui si richiede alle Aquile Randagie l'organizzazione della gerarchia dell'ASCI lombarda che si trova sotto l'occupazione tedesca, e significativa è per la risposta: "Per quel che riguarda la regione lombarda, la gerarchia è già praticamente costituita dato che la nostra attività è stata ininterrotta dal 1928. Quindi per noi non è una ripresa, ma la continuazione del lavoro che da venticinque anni stiamo svolgendo". L'ASCI nel 1974 si fuse con la sua associazione femminile corrispondente, l'Associazione Guide Italiane (AGI), creando così l'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI).
L'apporto metodologico delle Aquile Randagie viene travasato mediante la cura della formazione Capi inaugurando il Campo Scuola di Colico con il primo Campo Scuola lombardo per capi clan e il primo per capi esploratori. E non dimentichiamo che l'importante carenza metodologica della branca Rover ferma al 1928 dà l'opportunità a Baden di inventare il Roverismo italiano, sulla base delle esperienze cattoliche dei belgi, francesi, svizzeri, originando il Clan, con le sue giornate dello spirito, il noviziato, la B.A. di Natale, la Carta di Clan, il capitolo, l'inchiesta, l'impresa, il servizio, la spiritualità della strada, il campo di clan, la vita rude, la "strada maestra di vita semplice povera faticosa", la comunità del servizio, la partenza scout.

Componenti

Sacerdoti

  • Mons. Enrico Violi - Denvi
  • Mons. Andrea Ghetti - Baden
  • Mons. Antonio Bossi
  • Mons. Giovanni Barbareschi - Don Stefano
  • Mons. Davide Antonio Merisi
  • Mons. Aldo Mauri
  • Fratel Raimondo Bertoletti - Avonio, Tulìn de l'oli o Castoro
  • Don Guido Aceti - Akela
  • Don Ennio Bonati
  • Don Alfredo Zanolli

Laici

La lista è parziale ci sono altri nominativi ma sono incompleti o sconosciuti.

venerdì 29 maggio 2015

   Le tappe fondamentali dello Scoutismo                                   
1899
L'idea di costituire un movimento giovanile che sfruttasse a scopo educativo la tendenza dei ragazzi all'avventura, venne a Sir Robert Baden-Powell ( 1875-1941 ) durante la guerra anglo-boera nella difesa di Mafeking: un corpo di cadetti presi tra i ragazzi presenti nella cittadella servì da portaordini e in altre necessità pratiche. Sir Baden Powell pensò fin d'allora di fondare un movimento di giovani nel quale fossero sviluppate le qualità dell'esploratore.
1907
Tornato in patria scrisse " Scoutismo per ragazzi " in modesti fascicoli bimestrali in cui vengono esposti gli elementi basilari del nascente movimento. I fascicoli vanno a ruba in breve tempo e si deve ricorrere a una ristampa. Nella isola di Brownsea, con 20 ragazzi, avviene la prima esperienza concreta di campo scout: successo strepitoso.
1909
Lo scoutismo si espande a vista d'occhio in Inghilterra. A Manchester, in un primo raduno di scout inglesi, si incontrano 11.000 esploratori. Fanno la loro prima apparizione le ragazze nel nascente movimento. Sir Baden Powell fu pregato di passare in rassegna alcuni gruppi di ragazze in divisa che si andavano organizzando per loro conto sullo schema del suo metodo e fu richiesto di accoglierle nel movimento. Intanto si comincia a diffondere l'abitudine di abbreviare il lungo e difficile Sir Robert Baden Powell of Gilhvell con il più comodo B.P, abitudine tuttora in corso.
1910
Il movimento Scout varca i confini del Regno Unito e si sviluppa nel mondo; prima in Cile, poi in Francia, in Scandinavia e negli Stati Uniti. Anche in Italia cominciano a fiorire i primi gruppi : a Bagni di Lucca un baronetto inglese, Sir Francis Vane, istituisce la prima squadra di esploratori. A Genova un'associazione giovanile " Le Gioiose " fondata nel 1905 dal Prof. Mario Mazza, dopo aver conosciuto lo scoutismo, ne accetta i principi e costituisce l'associazione Ragazzi Esploratori Italiani ( R.E.I ). Fu scelto come distintivo un giglio scolpito nell'arco della cappella dei Lanaioli nella chiesa di Santo Agostino a Genova.
1912
Il Dottor Carlo Colombo, docente di Terapia all'Università di Roma, che aveva istituito un corpo di Giovani Esploratori Italiani ( G.E.I ), si unisce alla associazione R.E.I.
1915
Bufera nella R.E.I. Il problema se l'associazione debba essere o meno confessionale non trova una soluzione comune. Si va verso la scissione, nascono così una associazione confessionale ( Associazione Scout Cattolici Italiani - A.S.C.I) ed una aconfessionale ( Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani - C.N.G.E.I ). Nella prima riunione dell'ASCI, 1 febbraio 1916, viene nominato commissario il conte Mario di Carpegna e nel giugno dello stesso anno Benedetto IV° approva l'Associazione e nomina il P.Giuseppe Gianfranceschi Assistente Ecclesiastico Centrale. Intanto dalla mente vulcanica di B.P. nascono i lupetti.
1918
Nascono i Rovers.
1920
Passata la Prima Guerra Mondiale, viene indetto il primo raduno mondiale "Jamboree",che si ripeterà ogni 4 anni per fare esperienza di fraternità scout. Il conte di Carpegna partecipa come rappresentante dell'Italia alla prima Conferenza Internazionale che si tiene a Londra e di cui perciò risulta fondatore, massimo titolo dello scoutismo internazionale.
1921
Viene organizzato in Val Fondillo, nel parco d'Abruzzo, il primo campo Nazionale.
1924
Muore il conte Mario di Carpegna.
1926
Si costituisce l'opera nazionale Balilla e per il movimento Scout si profilano tempi duri.
1928
Con un decreto del 9 aprile vengono soppresse definitivamente le unità scout in Italia, sia appartenenti all'ASCI che al CNGEI. Comincia così la " GIUNGLA SILENTE ", cioè il perdurare di unità clandestine, alcune delle quali ebbero il coraggio di restare fino alla liberazione diventando, negli ultimi anni, luoghi di resistenza attiva. " LE AQUILE RANDAGE " dell'ASCI a Milano, " IL LUPERCALE " a Roma, che riuniva i capi del CNGEI, " I LUPI ", " LE AQUILE ", e " I GALLI " a Roma. Tutti gli scouts italiani cominciarono a riunirsi per il ritrovo della Promessa nel giorno di San Gorgio e alcuni di essi poterono partecipare a qualche campo o raduno scouts in Francia o in Svizzera. Le Aquile Randage furono presenti anche a tutti i Jamboree.
1941
L'8 gennaio B.P. muore in Kenya, mentre la guerra dilaga in tutto il mondo.
1943
Caduto il Fascismo risorgono in Italia le varie unità scout, per opera dei " Vecchi Scout " di un tempo, ma subito l'occupazione tedesca le obbliga a rientrare nella clandestinità e a bloccare l'azione di sviluppo. Intanto in agosto inizia lo scoutismo femminile cattolico: Giuliana di Carpegna e Josette Lupinacci pensano di offrire alle ragazze italiane l'idea scout. Nasce così il guidismo, senza nessun legame, allora, con la già iniziata esperienza dell'UNGEI, il ramo femminile del Corpo Nazionale. Il 26 dicembre dello stesso anno, nelle catacombe di Priscilla a Roma, ebbe luogo la promessa del primo gruppo di Guide.
1944
Mentre Pio XII° approva il Guidismo, l'ASCI e la GEI stipulano la convenzione per la formazione della Federazione Esploratori Italiani ( F.E.I ).
1945
Anche le due associazioni femminili stipulano una convenzione e nasce la F.I.G.E. ( Federazione Italiana Guide Esploratrici ).
1946
La FEI ottiene il riconoscimento ufficiale da parte del Bureau International.
1948
La FIGE diviene membro a pieno diritto dell'Associazione Mondiale delle Guide.
1953
Si costituisce il M.A.S.C.I. (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).
1974
Dopo vari anni avviene la fusione delle due associazioni cattoliche (ASCI e AGI): nasce l'A.G.E.S.C.I.
1976
Dopo 2 anni dalla storica unione, i Capi più tradizionalisti e legati al vero scoutismo di B.P. si staccano e firmano a Roma la nascita dell'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici, aderendo al grande progetto della Federazione dello Scautismo Europeo ( FSE ).

Ma chi era il Conte Mario di Carpegna?

UN NOBILE EDUCATORE SCOUT: 
IL CONTE MARIO DI CARPEGNA (1856 – 1924) 
Mario di Carpegna, nobile romano di una famiglia originaria del Montefeltro (Pesaro)  “Si può considerare il vero fondatore dello scautismo cattolico mondiale.” Così dice il gesuita P.Selvaggi sulla rivista “Verbum” della  università Cattolica di Rio de Janeiro (marzo 1957.) 
Dalla storia si apprende che il conte è stato un educatore di notevole spessore sia per la testimonianza personale che per le idee introdotte.“A quasi 60 anni questo patrizio romano dai capelli ormai candidi si lancia con l’entusiasmo di un giovanotto nella nuova impresa (di fondare lo scautismo cattolico in Italia)”
 (Mario Sica-Storia dello scautismo in Italia,)
Mario di Carpegna ha dato il “LA” allo scautismo italiano aiutandolo ad elaborare una delle più significative proposte pedagogiche.

Il monumento, è opera dello scultore Umberto Corsucci di Montefiore Conca (Rimini) : si trova nella città di  Carpegna (Pesaro-Urbino) e lo  si può visitare liberamente.
Altre informazioni sulla figura del Conte e sulla possibilità di soggiornare a Carpegna sia in stile scout che tradizionale si possono richiedere a:






Don  Romano Nicolini
Viale Gramsci,39 - 47838 RICCIONE (Rimini)
Tel. 0541 606577
Fax. 0541 698217
Cell. 339 8412017
E-mail: rcnico@tin.it








mercoledì 27 maggio 2015

GUIDA LA TUA CANOA 
Quando, da ragazzo, cominci il viaggio della vita, sei naturalmente portato a pensare di essere solo uno tra tanti, e a credere quindi che la cosa migliore da fare sia di seguire la maggiornaza.Questo modo di pensare è completamente sbagliato. Ricorda che tu sei tu. Sei tu che devi vivere la tua vita e, se vuoi riuscire a raggiungere la felicità, devi essere tu a guadagnartela. Nessun altro può farlo per te.E, nel viaggio della vita, devi spingere la tua canoa con la pagaia, non remare come in una barca. La differenza è che, nel primo caso, tu guardi davanti a te e vai sempre avanti, mentre nel secondo non puoi guardare dove vai e devi affidarti ad altri che reggono il timone, col risultato che puoi cozzare contro qualche scoglio prima di rendertene conto. Molta gente tenta di remare attraverso la vita in questo modo. Altri ancora preferiscono una navigazione passiva, facendosi trasportare dal vento della fortuna o dalla corrente del caso: è più comodo che remare, ma è ugualmente pericoloso. Io preferisco uno che guardi davanti a sé e sappia condurre la sua canoa, cioè si apra da solo la propria strada. Guida da te la tua canoa, non contare sull'aiuto degli altri. Stai partendo dal ruscello della fanciullezza per un viaggio avventuroso; di lì passerai nel fiume dell'adolescenza; poi sboccherai nell'oceano della virilità, per arrivare al porto che vuoi raggiungere.Sulla tua rotta incontrerai difficoltà e pericoli, banchi di nebbia e tempeste. Ma, senza avventure, la vita sarebbe terribilmente monotona. Se saprai manovrare con attenzione, navigando con fedeltà ed allegra tenacia, non c'è motivo perché il tuo viaggio non debba essere un completo successo, per piccolo che fosse il ruscello da cui un giorno sei partito.

Cosi scriveva B.P. sul suo Taccuino, ma adesso passiamo dai pensieri ai fatti
Si! Avete capito bene...Costruisci da te la tua canoa, ma stavolta potresti contare sull' aiuto degli altri. 

Canoa 3 posti
Lunghezza 5 metri.
Telaio in legno formato da una ossatura trasversale in compensato su cui son fissate le stecche longitudinali che formano pedane, bordo dell’abitacolo e fasciame.
Copertura in tela impermeabilizzata con colla e vernice.

Per venire incontro a quelle regioni in cui non si trovano facilmente tavoloni di lunghezza 5 metri, viene qui proposta una costruzione con stecche ricavate da perline di lunghezza 3 metri.

Un’idea per chi pensa di incontrare troppe difficoltà: iniziare col costruire un modellino in scala.
   Per il fasciame acquistare (in un negozio di modellismo o di bricollage) listelli di lunghezza un metro e di sezione circa millimetri 7x1,5 per il fasciame e di sezione circa di millimetri 10x4 per chiglia e pedane.
   Incollare i disegni dell'ossatura di pagina 3 e 4 così come sono (sono in scala 1:5) su compensato di spessore 5 mm e ritagliare con il traforo, adattando gli incastri alla misura dei listelli.
      Incollare tenendo unite le parti con elastici o con nastro adesivo, procedendo per tutto il resto come descritto di seguito dividendo le dimensioni per 5.


MATERIALI ED ATTREZZI NECESSARI

Telaio in legno:

    
                             
Compensato spessore 2,5 cm (ossatura):
                                                           1 pezzo cm. 76x82
                                                           1 pezzo cm. 72x76
                                                           1 pezzo cm. 45x40    
Compensato spessore 8 mm (sedili non descritti in questi fogli)
                                                          
12 perline di spessore 0,8 cm circa e di lunghezza 3 metri di pino o abete possibilmente senza nodi
(Si possono acquistare in un negozio di materiali per l'edilizia)

                                                           da 10 perline ricavare 19 striscie di larghezza 3,5 cm
                                                           da  2 perline ricavare 2 striscie di larghezza 7 cm

9 stecche di sezione 2x5 cm e lunghezza 3 metri, di pino o abete
 (Si possono acquistare in un negozio di materiali per l'edilizia)

Copertura in tela:

Tela di cotone grezza a trama fine di peso 440 grammi al metro quadro
Colla Vinavil , 130 viti per legno 25x3 mm  - 26 viti per legno 40x3 mm - farina di grano tenero tipo 00
 Vernice trasparente per imbarcazioni - olio di lino. Metro, seghetto alternativo, raspa, lima, succhiello, carta vetrata, cacciaviti, pennelli, squadra e trapano con punte 12 e 3 mm.

IL TAGLIO IN LUNGHEZZA DELLE STRISCIE DI SEZIONE 0,8x3,5 cm


Da 16 striscie ricavare 16 pezzi di lunghezza 260 cm (fasciame) e 8 pezzi di lunghezza 39 cm (giunture del fasciame).
Da 2 striscie ricavare 4 pezzi di lunghezza 120 cm (giunture A-B-prua e A-E-poppa)
Da 1 striscia ricavare 4 pezzi di lunghezza 54 cm  (giunture A-B e A-E).


             IL TAGLIO IN LUNGHEZZA DELLE STRISCIE DI SEZIONE 0,8x7 cm

Da 2 striscie ricavare 2 pezzi di lunghezza 280 cm (bordi dell’abitacolo)


                IL TAGLIO IN LUNGHEZZA DELLE STECCHE DI SEZIONE 2x5 cm

Due stecche devono rimanere di lunghezza 3 metri (pedana centrale e stecca centrale superiore).
Da 2 stecche ricavare 2 pezzi di lunghezza 265 cm (pedane laterali).
Da 2 stecche ricavare 2 pezzi di lunghezza 152 cm (pedane laterali) e 2 pezzi di lunghezza 111 cm (giunture punte A-B-prua e A-E-poppa).
Da 2 stecche ricavare 2 pezzi di lunghezza 219,5 cm (chiglia) ed 1 pezzo di lunghezza 33 cm (giuntura della chiglia).
Da 1 stecca ricavare 2 pezzi di lunghezza 89,5 cm (prolunghe per pedana centrale)

                                        LA COSTRUZIONE DELL'OSSATURA

  Far stampare da una copisteria i fogli di pagina 3 e 4 in scala 1:5, direttamente dal file.

Controllare che le dimensioni dei fogli stampati in scala 1:5 corrispondano a :

foglio 1 cm 76x82
foglio 2 cm 72x76
foglio 3 cm 45x40.

   I disegni dell'ossatura  vanno incollati su compensato spessore 2,5 cm (colla poco forte si può ottenere mescolando farina di grano tenero tipo 00, con acqua).

   Dopo aver ritagliato tutti i particolari col seghetto alternativo, rifinito a mano là dove necessario  ed eseguito i fori, toglier via, con carta vetrata, la carta precedentemente incollata.  
   Per le dimensioni degli incastri tener presente che i montaggi devono avvenire senza forzature.

   Dare due mani di vernice per imbarcazioni.





IL MONTAGGIO DEI SUPPORTI PER LA GIUNTURA CENTRALE DEL FASCIAME

Dopo aver dato due mani di vernice per imbarcazioni a tutto il materiale tagliato e provato:
incollare ed avvitare gli 8 pezzi 0,8x3,5x39 cm negli appositi incastri delle ossature  D

IL MONTAGGIO DELLE PEDANE

   Prima incollare le due pedane laterali 2x5x265 cm e la pedana centrale 2x5x300 con le sue due prolunghe 2x5x89,5, sull’ossatura B-E.                
   Incollare ed avvitare poi tutte le pedane sull’ossatura B-C-D-D-C-E.


                                                IL MONTAGGIO DELLA CHIGLIA


La chiglia, 2 pezzi 2x5x219,5 cm avvitati ed incollati sul travetto di giuntura 2x5x33 cm, va incollata ed avvitata sull’ossatura B-C-D-D-C-E in modo che sporga 87 cm da ambo i lati (come la pedana centrale).




LA SMUSSATURA DELLA PRUA
  


Eseguire uno smusso lungo 9 e profondo 0,8 cm da ambo i lati dell'estremità della prua, come in figura






                                       IL MONTAGGIO DELLE PUNTE

 Prima incollare ed avvitare la chiglia e la pedana centrale alle ossature A, alla prua e alla poppa, poi incollare ed avvitare le giunture prua A-B e poppa A-E ed infine avvitare (due viti per lato, non incollare) la stecca centrale superiore 2x5x300 alle giunture lato prua e lato poppa (serve per controllare l’allineamento).

A questo punto la struttura è saldamente unita e si può procedere al montaggio dei bordi dell'abitacolo e del fasciame (di tutte le stecche da incurvare).

                              IL MONTAGGIO DEI BORDI DELL'ABITACOLO


Incollare ed avvitare all’ossatura B-C-D-D-C-E i due pezzi 0.8x7x280 cm. (se necessario legarli durante l’incollaggio e l’avvitatura su C-D-D-C).
                                               
                                                IL MONTAGGIO DEL FASCIAME

 Tutti gli spigoli dell’ossatura (in particolar modo A-B-E-A) devono essere adattati in modo di ottenere una buona superficie di appoggio per tutte le 16 stecche del fasciame. 



















Tutte le 16 stecche del fasciame 0,8x3,5x260 cm, van fissate con colla e vite e, facendole aderire agli appositi incastri, devono incontrarsi al centro dei supporti per la giuntura (in mezzo ai particolari D)

             IL MONTAGGIO DELLE ULTIME STECCHE










      

                                                                                                                                                                                                                   LA CARTEGGIATURA E LA VERNICIATURA DEL TELAIO IN LEGNO

Dopo aver svitato la stecca centrale superiore, correggere eventuali imperfezioni ed arrotondare tutti gli spigoli, carteggiare poi ben bene con carta vetrata, quindi verniciare tutto il telaio della nuova canoa con vernice per imbarcazioni.

L'INCOLLAGGIO E LA VERNICIATURA DELLA TELA

La copertura esterna va realizzata con tela di cotone grezza a trama fine (peso 440 grammi al metro quadro).
   Spalmare la colla (Vinavil diluita con acqua) su tutta la parte esterna da ricoprire e farvi aderire la tela, tirandola per cercare di eliminare tutte le pieghe, in particolare a prua e a poppa.
   Lungo la parte superiore, la tela va ripiegata sotto le stecche del bordo dell'abitacolo.
   Lasciare asciugare, poi di nuovo colla (Vinavil) sull'esterno della tela.
   Lasciare asciugare e, per finire, tre mani di vernice per imbarcazioni con 10% di olio di lino.




   Incastrare, senza avvitare, i sedili spessore 8 mm sulle pedane.
Pagaie e salvagenti e la canoa è pronta per la cerimonia del varo!

...e in caso di strappature: colla, toppa di tela, ancora colla, vernice... e la canoa è di nuovo in grado di navigare!


...e buona rotta!